Scrittura

Come fare la revisione di un testo prima della pubblicazione

Scrivere bene e senza errori non è facile, i refusi e le sviste sono sempre dietro l’angolo. Perciò vorrei darti alcuni utili consigli fare la revisione del testo e proporlo in maniera ottimale.

Che tu stia scrivendo una lettera di presentazione per il curriculum, una lettera d’amore, una tesi, poco importa, ci sono alcune regole da rispettare per fare bella figura. Se poi il tuo testo è molto lungo ci sono alcuni trucchi che ti faranno guadagnare un po’ di tempo.

Tu penserai che basta la correzione automatica di Word, di Google docs o di qualsiasi altra piattaforma utilizzi per la scrittura a video, e invece no, purtroppo non basta. Gli errori grammaticali più grossolani possono anche essere segnalati dal tuo programma di videoscrittura, ma ti assicuro che molte cose sfuggono e rischi di fare una figuraccia.

La fase di revisione di un testo è molto importante e delicata. Dopo aver buttato giù nel flusso creativo tutto quello che ti veniva in mente, dopo averlo organizzato e sistemato per quanto riguarda il senso e la leggibilità, c’è la fase finale: correggere e revisionare prima della pubblicazione, cartacea o digitale che sia.

Di seguito ti elencherò i passaggi fondamentali per fare in modo che il tuo elaborato sia pubblicabile.

Lettura

Il primo consiglio che ti do è di non fermarti alla lettura a video. Soprattutto se il testo è lungo, ti suggerisco di stamparlo, meglio su carta riciclata, e leggere quello che hai scritto.

Per la stampa io consiglio di lasciare un spazio bianco a destra di almeno 6 cm. Questo spazio ti servirà per annotare le correzioni, le idee e i suggerimenti che ti verranno durante la lettura. Prima di stampare ricordati di aggiungere i numeri di pagina.

Leggere su carta stampata è meno stancante e ti accorgerai di piccoli errori che a video non avevi visto.

La prima lettura è una lettura veloce, una visione di insieme, per verificare che lo scritto abbia senso logico, e che il messaggio che vuoi trasmettere sia chiaro. Importante anche verificare il ritmo: in questo ti puoi aiutare leggendo a voce alta.

La seconda lettura deve essere più lenta ed approfondita. Devi cogliere ogni minimo errore di senso, grammaticale, di punteggiatura. Ti suggerisco di farlo la mattina, quando si ha maggiore freschezza. Meglio leggere al massimo una decina di pagine al giorno, segnalare gli errori e sistemare tutto.

Io di solito uso una penna colorata per sottolineare le sviste ortografiche, per aggiungere la punteggiatura e per scrivere a lato delle annotazioni, per esempio: riformulare meglio la frase, qui non si capisce, troppe ripetizioni, ecc.

Le parole

Quale tipo di correzione dovrai fare? Cominciamo dalla cosa più importante: i vocaboli.

Mentre leggi il testo devi porre particolare attenzione alle parole che utilizzi: esse sono ricche e piene di sfumature. Come indicazione di massima, non devi ripetere lo stesso vocabolo nell’arco di dieci righe.

Mentre leggi il testo utilizza un evidenziatore per evidenziare le ripetizioni che evidentemente sono evidenti.

Procurati un buon dizionario dei sinonimi e dei contrari, ce ne sono anche online, e quando andrai a correggere il testo cerca dei sinonimi ai termini ripetuti troppo spesso. Se nell’arco di dieci righe proponi tre volte la parola evidente, sappi che puoi utilizzare una bella gamma di sinonimi: ovvio, visibile, apodittico, eclatante, provato, lapalissiano, tangibile, lampante, indiscutibile, icastico, palpabile, perspicuo, indiscusso, distinguibile, macroscopico, indisputabile, ecc.

Fai attenzione alla parola che utilizzi, a volte ci sono delle sfumature che bisogna conoscere, e, se non vuoi rischiare, utilizza quella che conosci.

I verbi sono la forza motrice di un testo. Assicurati di non usare sempre lo stesso fare dare e brigare. Utilizza dei sinonimi e ricordati che, essendo dei motori, puoi fare andare il testo alla velocità di una lumaca o di una Ferrari. Si può camminare, andare, deambulare, marciare, gironzolare, sgambettare, vagabondare, correre.

Non affaticare il testo con troppi aggettivi e avverbi.

Per quanto riguarda gli aggettivi sceglili con cura, sono parole potenti che portano il lettore dove tu vuoi farlo arrivare.

Per gli avverbi invece il consiglio che ti do è: eliminali. Sono superflui e ridondanti, se proprio non puoi farne ameno lasciane uno o due, ma vedrai che più ne togli, più il testo ne risulterà alleggerito e godibile.

Gli avverbi, come la forma passiva, devono essere un’invenzione dello
scrittore timido. Usando la forma passiva, lo scrittore esprime
normalmente la paura di non essere preso sul serio; è la voce dei
maschietti che si fanno i baffi con il lucido da scarpe e delle bambine
che marciano per casa sui tacchi alti di mamma. Con gli avverbi lo
scrittore ci dice che ha paura di non essere abbastanza chiaro, di non
trasmettere nel modo migliore il concetto o l’immagine.

Sthepen King, On Writing

Punteggiatura

La lettura a voce alta è un valido strumento per verificare che la punteggiatura sia adeguata. Cerca di non scrivere paragrafi chilometrici, piuttosto spezzetta le frasi mettendo un punto, aiuta il lettore a tirare un sospiro di sollievo.

Il discorso che riguarda la punteggiatura è molto ampio. Se sei uno scrittore puoi fare un uso della punteggiatura più variegato, ma negli altri casi tieni a mente alcune semplici regole:

  • La virgola indica un pausa breve
  • Non mettere la virgola tra soggetto e verbo: Sara mangia.
  • e neppure tra verbo e complemento oggetto: Sara mangia un gelato.
  • meno che meno tra un nome e il suo aggettivo: Sara mangia un buon gelato.
  • Il punto e virgola indica una pausa più lunga della virgola, ma meno del punto. È sempre una questione di ritmo.
  • È utile nei periodi lunghi e complessi.
  • I due punti si usano: per introdurre un discorso diretto, per presentare una spiegazione o un elenco.
  • Il punto chiude un periodo. Ed è ottima regola iniziare la frase successiva con la lettera maiuscola.
  • Il punto esclamativo indica stupore, meraviglia! Non abusarne! Se ce ne sono troppi diventano stucchevoli!
  • E non esagerate con i puntini di sospensione… a mio avviso… indicano insicurezza… e lasciano in sospeso. Ricordate che sono solo tre, non uno di più.
  • Il punto interrogativo serve alla fine di una domanda diretta: Che ne dici?

Accenti e apostrofi

Per finire le regole generali per utilizzare gli apostrofi e gli accenti, ecco un elenco del corretto utilizzo:

  • La vocale e a fine parole vuole sempre l’accento acuto: perché, poiché, affinché, né, poté, trentatré. Ci sono alcune eccezioni: è, cioè, ahimè, tè, caffè, Mosè, Giosuè, Noè, e le parole di derivazione francese (per es. bignè, bebè). Utilizza sempre È e non E’ .
  • Le vocali a, i, o, u hanno sempre accento grave: andrà, così, però, più.
  • Tale e quale non vogliono l’apostrofo prima di una vocale: tal uomo, qual è, qual audacia.
  • Io do un gelato a Luca, Lisa un succo al suo bambino. Tua dai da mangiare a Giorgio.
  • Per favore metti a posto la tua camera.
  • Io sto bene qui, tu stai bene ? Si sta davvero bene qua, ma non deve essere male neanche .
  • C’è chi rimugina tra e chi pensa solo a se stesso.
  • Quello che hai detto non c’entra nulla.
  • La tua squadra ha centrato il bersaglio.
  • Com’è bello qual quadro. Qualcun altro lo vorrebbe? O forse dovrei dire qualcun’altra, visto che qui siamo tutte donne…
  • Luigi ha cucinato la pasta, se ne vuoi un po’ la trovi in cucina. Mario, Luisa l’hanno mangiata, perciò ce n’è ancora tantissima.

Revisione conclusa, ed ora?

Innanzitutto datti una pacca sulla spalla, hai superato la fase più difficile! Adesso puoi pubblicare il testo? No, non ancora, l’ultimo consiglio che ti do è di farlo leggere a qualcuno.

Il tuo testo è revisionato e secondo te è perfetto. Hai corretto l’impaginazione e ora puoi di nuovo stamparlo o mandarlo a una o due persone di fiducia che abbiano tempo e voglia di rileggerlo per un’ultima volta.

Probabilmente saranno dei tuoi amici, dei compagni di corso, dei parenti, assicurati però che leggano spesso, dei libri, perché così hanno l’occhio allenato per scovare il piccolo errore che ti è sfuggito. Valuta anche un aiuto da parte di un correttore di bozze.

Non ti preoccupare succede a tutti, a furia di leggere e rileggere ci sfugge sempre qualcosa, perciò è meglio farlo vedere a qualcun altro.

Spero che i miei suggerimenti possano esserti utili e se mi sono dimenticata qualcosa o trovi qualche errore di battitura, scrivimi!

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